FEBBRE A 90’
“Il calcio ha significato
troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po’ ti si mescola
tutto nella testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché
l’Arsenal fa schifo o viceversa.”
Chi di noi non ha pensato
almeno una volta qualcosa di simile riflettendo sulla propria fede calcistica e
sulla propria squadra? Sicuramente è successo a molti. Sicuramente è successo a
quasi tutti i tifosi del Toro. Con una piccola significativa differenza: da
quel meraviglioso monologo interiore di Paul, il protagonista del film, narrativamente
collocato nel 1989, i Gunners (soprannome con cui vengono chiamati i tifosi e i
giocatori dell’Arsenal) hanno vinto 5 Campionati d’Inghilterra, 8 Coppe
nazionali, 8 Supercoppe d’Inghilterra e 1 Coppa delle Coppe; il Toro 1 Mitropa
Cup e 1 Coppa Italia. Va beh…ma questa è un’altra storia.
Torniamo al film. Per quale
motivo far partire la rassegna cinematografica di Alzatori di Sedie proprio da
questa pellicola? Beh, solo perché questo è IL FILM.
Sì, perché Febbre a 90’ è assolutamente
imprescindibile. Lo è per tutti gli appassionati di calcio, per gli ultras, per
i tiepidi sostenitori, per i simpatizzanti, per tutti coloro che al calcio intendono
avvicinarsi per la prima volta e anche per quelli che vogliono tenersene ben
lontani. E soprattutto è imprescindibile per chi, tra queste categorie o al di
fuori di esse, semplicemente vuole capirlo, il calcio, come sport e nella
complessità del fenomeno antropologico che esso costituisce.
Tratto dall’omonimo Romanzo
autobiografico di Nick Hornby, Febbre a
90’ (titolo originale Fever Pitch)
è una commedia inglese del 1997 diretta da David Evans, con Colin Firth nel
ruolo del protagonista.
La vicenda si svolge nel
1989, anzi, durante la “stagione” ‘88/’89, a Londra, dove Paul Ashworth insegna
Lettere in una scuola superiore, idolo dei suoi allievi che ne apprezzano la
simpatia e l’umanità, alcuni anche la sua fede calcistica, che lo porta a tifare
visceralmente per l’Arsenal, passione che condivide col suo amico Steve, o come
lo chiama Paul in una delle sequenze più belle del film “il suo unico amico”,
meraviglioso personaggio interpretato magistralmente da Mark Strong.
In questo scenario due sono
gli avvenimenti cardine del film.
Il primo è l’arrivo di Sarah
Hughes nella scuola superiore di Paul, la nuova insegnante di Storia, rigorosa
e metodica, per niente interessata al calcio e incapace di accettare i metodi
di insegnamento del poco disciplinato collega, che arriva addirittura a parlare
dei Gunners nei colloqui con i genitori e a intonare cori da stadio
direttamente in classe. Ma gli opposti talvolta, si sa, si attraggono, e così
Sarah finirà inevitabilmente per stabilire una relazione con Paul, e di
conseguenza con l’Arsenal e con tutte le dinamiche, la mitologia e i rituali che
il vero tifo comporta.
Il secondo avvenimento
cardine è la stessa stagione calcistica dei Gunners, quella dell’ ‘88/’89, considerata
quasi unanimamente come il campionato più memorabile ed incredibile della loro
storia, vinto arrivando a pari punti col Liverpool, battuto 2 a 0 fuori casa in
un drammatico scontro diretto posticipato a fine campionato per effetto della
strage avvenuta poche settimane prima all’Hillsborough Stadium di Sheffield, la
più grande tragedia dello sport inglese.
È dunque lungo questi due
fili narrativi che seguiamo le divertentissime vicende di Paul, di cui veniamo
a sapere sempre più cose anche grazie ad alcune sequenze in flashback che ne
illuminano il passato di adolescente e toccano alcuni momenti fondamentali
della sua formazione da tifoso, a partire dal suo primo contatto col calcio e
con l’Arsenal, quando suo padre lo portò per la prima volta a vedere una
partita all’Highbury Stadium.
Insomma, è un film imperdibile,
diretto con mano sapiente da un buon regista e ottimamente recitato dagli
attori, con un’agile sceneggiatura resa ancor più gradevole dalle numerose
frasi tratte direttamente dal gran libro di Hornby. Per non parlare della
colonna sonora, davvero bella, in cui spiccano Baba O’Riley degli Who e There
She Goes dei The La’s.
Impossibile citare tutti i
momenti meravigliosi che la maggior parte degli adoratori di questa pellicola
manda a memoria, e sarebbe anche controproducente per chi non ha mai visto il
film e vuole guardarselo in santa pace.
Però non posso non ricordare
almeno la scena in cui Paul e Steve sono a casa del primo, davanti alla
televisione. Liverpool-Arsenal sta per finire, e sta finendo male. E in quel delicato
momento qualcuno, inopinatamente, suona al citofono, scatenando così l’ineluttabile
quanto moderata reazione verbale di Paul, che urla dalla finestra:
“Ti dispiacerebbe per
favore, per favore, per favore, per favore andare all’istante a fare in
culo???!! Capiti nei peggiori 60 secondi della mia vita e non ho nessuna voglia
di vederti!!!”
In realtà è Sarah ad aver
citofonato, e Paul, intuita forse la cosa, si precipita giù per le scale per
incontrarla, durante quegli ultimi tragici minuti di partita...ma non la trova,
lei è già sparita! E allora Paul corre di nuovo su da Steve che sta gridando il
suo nome e…
Beh, andatevi a vedere il
film, così saprete come va a finire. E se già lo sapete perché come me avete
visto Febbre a 90’ almeno 12 volte,
andate a rivedervelo. Tanto più in un periodo del genere, in questi lunghi
giorni di quarantena e di preoccupazione. Abbiamo bisogno di distrarci, magari di sorridere. Abbiamo tanto bisogno di cose belle.
Roborio
Paul e Steve davanti a Liverpool vs Arsenal
Un giovane Paul Ashworth col padre, in uno dei dialoghi più memorabili del film
Uno dei miei film preferiti di sempre! Condivido in pieno lo rivedrei mille volte! 👏👏👏
RispondiEliminaA chi lo dici! :)
RispondiEliminaAnche per me è uno dei più bei film sul calcio e sull'essenza del "tifoso"
RispondiEliminaSì, è un film davvero straordinario... :)
Eliminabravo nava.
RispondiEliminaGrazie mille, caro kendoka! :)
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