4 MAGGIO 1949
"Quel giorno di pioggia" dei Sensounico
Ci siamo arrivati anche quest’anno,
nonostante il Covid.
Oggi è il 4 maggio.
E come ogni anno, noi che
abbiamo il sangue di un rosso un po’ più scuro di tutti gli altri, ricordiamo
il nostro passato.
Ricordiamo la nostra storia
più grande.
La storia di quel pugno di
uomini che, con un talento immenso nei piedi e la grinta nei cuori, arrivò a
toccare il cielo del mondo e in quel cielo rimase, senza mai cadere.
Perché sarebbero caduti
davvero solo invecchiando, come sarebbe stato naturale.
Ma così non avvenne.
Restarono lassù, cristallizzati nella loro imbattibilità, senza che il tempo li
potesse scalfire mai.
Tutto è stato scritto sul
Grande Torino, e probabilmente quel tutto non sarà mai abbastanza.
Per omaggiare gli
Invincibili, nel mio piccolo, voglio riportare su questo blog una poesia che ho
letto per la prima volta nel ’98 sul libro di Franco Ossola “Grande Torino per
sempre!”, e che non ho mai visto comparire in rete in tutto questo tempo,
nonostante le mie ricerche.
Una poesia meravigliosa che immagina
quegli uomini tra gli ultimi struggenti istanti delle loro vite a bordo del trimotore FIAT G.
212 e i primi passi in un aldilà dove, forse, su altri prati, giocheranno
ancora.
Eccovela…
Roborio
VIVA
IL TORINO
Entra nel campo Valentino il
capitano.
“Dove siete amici?”
C’è poca luce, e solo lo
schianto dell’apparecchio ritorna monotono.
E le streghe sul colle
lasciano i vecchi re e vanno a vedere chi è questo Gabetto
e rifanno la danza di
Guglielmo.
“Dove siete amici?”
L’ombra di Baci piange sulla
porta.
E tu Maroso, perché non ti
muovi?
Non senti l’urlo di
Castigliano zampa di velluto, fermo il pallone a mezza altezza?
Tornate indietro, tornate
indietro, troppo alta è la basilica!
Ossola solo capì che stavano
perdendo, ma non fiatò.
Tanto era scritto.
E ad Ezio Loik che scuoteva
la testa la luce improvvisa sembrò uno scherzo
e a voce bassa chiese: “Meo,
Meo, che cos’è?”.
No, i bambini, i miei
bambini!
Ma tutto era scritto e i
bambini di Menti inutilmente cominciarono a piangere verso sera.
Ripete Valentino il capitano
granata: “Dove siete amici?”
Ballarin in ginocchio non
può allacciare la sua scarpa destra.
Ballarin il forte dunque non
si muoverà?
E neppure Riga, una gamba in
alto, una gamba in basso, i pugni in avanti?
Aspettano il fischio?
Non sentono che il vento del
colle di Superga?
Tutti sono fermi, freddi e
disperati.
I gatti urlano nel cortile
dei frati, più rabbiosi ancora di Valentino.
Che non può capire.
Che non può parlare.
Che non può guidare i suoi
compagni in porto.
Ma Grezar ride, rigido e
felice:
“Sono sempre in squadra”,
dice a Martelli.
“Siamo tutti morti. Viva il
Torino"!
Di Franco Melandri
I CAMPIONI D’ITALIA
BACIGALUPO Valerio Vado 12/03/1924
BALLARIN Aldo Chioggia 10/01/1922
BALLARIN Dino Chioggia 23/09/1923
BONGIORNI Emile BoulogneBillancourt 19/03/1921
CASTIGLIANO Eusebio Vercelli
09/02/1921
FADINI Rubens Jolanda
di Savoia 01/06/1927
GABETTO Guglielmo Torino
24/02/1916
GRAVA Ruggero Revelli Claut
26/04/1922
GREZAR Giuseppe Trieste
25/11/1918
LOIK Ezio Fiume
26/09/1919
MAROSO Virgilio Romualdo Crosara
di Marostica 26/06/1925
MARTELLI Danilo Castellucchio 27/05/1923
MAZZOLA Valentino Cassano
d’Adda 26/01/1919
MENTI Romeo Vicenza
05/09/1919
OPERTO Piero Torino
20/12/1926
OSSOLA Franco Varese
23/08/1921
RIGAMONTI Mario Brescia
17/12/1922
SUBERT Jiulius Budapest
12/12/1922
DIRIGENTI E TECNICI
AGNISETTA Egidio
CIVALLERI Ippolito
BONAIUTI Andre
ERBSTEIN Egri Nagyvarad
13/05/1898
LIEVESLEY Leslie Staveley
23/06/1911
CORTINA Ottavio
GIORNALISTI
CASALBORE Renato Salerno
01/01/1891
CAVALLERO Luigi Torino
23/04/1907
TOSATTI Renato Genova
1908
EQUIPAGGIO
BIANCIARDI
Cesare
D’INCA
Celeste
MERONI
Pierluigi
PANGRAZI
Antonio
Io, che pure ho il sangue un po'più rosso per quel certo tocco di granata, ho apprezzato molto il commovente ricordo dei nostri Campioni.
RispondiEliminaGrazie!!! :)
EliminaA novembre del 1982, dopo un mediazione durata anni con mia madre, finalmente mio papà mi portava allo stadio a vedere il Toro, avevo 11 anni ma in famiglia il calcio voleva dire Toro e non vedevo l'ora di andare al Comunale.
RispondiEliminaLa partita era Torino-Cesena, il Toro perse per un bel goal di Buriani (gran giocatore!) eppure io ero felice di aver visto dal vero una partita del mio Toro!
Conoscevo la Storia del Grande Torino grazie ai racconti di mio padre che lo vide giocare e che poi trasferitosi a Torino negli anni '50 dalla vicina campagna chivassese andò ad abitare in via Reduzzi, praticamente a 100 mt. dal Filadelfia, non mancava mai di frequentare partite ed allenamenti. Nel ricordo degli Invincibili continuo ad immaginarmi che la loro partita non sia mai finita. Indro Montanelli scriveva pochi giorni dopo la tragedia di Superga che il Torino non era morto ma era soltanto in trasferta. A me piace pensare che in realtà stiano ancora giocando una partita in Cielo, e il Cielo per loro é certamente Casa e che insieme a loro ci sia un altro ragazzo che il 4 maggio del 1949 era un bambino di poco più di 6 anni e che di lì a pochi anni sarebbe diventato la "farfalla granata". Grazie agli amici che curano gli articoli del blog!
Un arrivederci dal "vikkiant" di sempre...
Bellissime parole Davide, grazie davvero per averle scritte.
RispondiEliminaE grazie per averci letto ancora una volta.
😊👏🙏