IL SETTEBELLO DORATO
Il
9 agosto 1992 è la giornata di chiusura dei XXV Giochi Olimpici, che si
disputano nella città di Barcellona.
Si
tratta sicuramente della migliore performance olimpica per gli atleti spagnoli,
che hanno fatto incetta di medaglie.
Il
calendario dà agli iberici la possibilità di mettere la ciliegina sulla
splendida e ricca torta costruita in quei giorni: l’oro nella finale di
pallanuoto maschile.
La
nazionale di casa è cresciuta molto negli ultimi dieci anni ed è vice campione
d’Europa e del Mondo (in entrambe le finali sconfitta dalla fortissima
Jugoslavia); non bastasse, schiera, tra gli altri, uno dei migliori giocatori
della storia della pallanuoto mondiale: Manel Estiarte, che in Italia abbiamo
conosciuto con le calottine di Pescara e Savona.
Gli
avversari sono gli Azzurri, forti e sempre difficili da affrontare.
Per
rendere l’idea di cosa stiamo parlando, a questo incontro Manel Estiarte ha
dedicato il primo capitolo del libro autobiografico “Todos hermanos”,
definendola “la più emozionante finale di pallanuoto…”.
Vediamo,
brevemente, il percorso che ha portato le squadre a disputare la finale.
Le
dodici compagini qualificate vengono divise in due gironi da sei, Italia e
Spagna sono nel Girone B, che concludono rispettivamente al secondo e al primo
posto, divise da un solo punto: 9 quelli degli spagnoli, 8 quelli degli
azzurri. Lo scontro diretto concluso con un pareggio per 9 a 9; numeri che
testimoniano equilibrio.
Accedono
alle semifinali, nelle quali l’Italia sconfigge 9 a 8 la Comunità degli Stati
Indipendenti (in pratica la nazionale dell’Unione Sovietica), la Spagna,
invece, prevale sugli Stati Uniti per 6 a 4.
Il
teatro della sfida finale sono le Piscine Bernat Picornell, nel Parco Olimpico
del Montjuic, che sono gremite al limite della capienza: 18.000 spettatori, tra
questi il Re di Spagna Juan Carlos e il figlio, il Principe Felipe.
Gli
Azzurri giocano fuori casa, non vi è dubbio, visto che il 90% dei tifosi sulle
tribune sventolano la Rojigualda (come viene chiamata la bandiera spagnola).
Le
squadre sono dirette da due allenatori di scuola balcanica, entrambi croati.
Per l’Italia, Ratko Rudic, reduce da due ori olimpici consecutivi sulla
panchina della Jugoslavia e per la Spagna Dragan Matutinovic.
Ratko Rudic |
I
due Commissari Tecnici sottoponevano i propri atleti ad allenamenti durissimi,
con corse in montagna, molto lavoro con i pesi e, spesso, facendo indossare una
maglietta durante gli allenamenti di nuoto. Entrambi avevano un carattere
fumantino che spesso li portava a battibecchi con arbitri e avversari.
Matutinovic
durante le competizioni più importanti, seguiva una dieta che lo portava a bere
moltissima acqua e a mangiare pochissimo, oltre a dormire 2 o 3 ore a notte.
Manel Estiarte |
Manel
Estiarte, nel suo libro, scrive che, quando le due squadre si sono allineate
per fare l’ingresso in piscina, alle 16.45, la tensione era tale che si sentiva
solo il rumore delle ciabatte.
Una
versione più pittoresca, afferma che, a un certo punto, quel rumore sia stato
interrotto da un non ben identificato giocatore spagnolo, che ha urlato “Vamos a
joder esto come pizzas!” che tradotto in italiano significa, più o meno “Andiamo a fottere questi pizzaioli”. Non voleva essere un’offesa ma un modo
per caricare i compagni e cercare di allentare la tensione.
Le
due compagini fanno il loro ingresso in vasca, Italia con la calottina azzurra (sorteggiata squadra in casa), e gli iberici con quella
bianca.
La
partita è subito maschia, con molti colpi proibiti, l’Italia sfrutta la
tensione degli avversari per chiudere in vantaggio il primo tempo: 1-0
realizzato dal centro-boa e bomber Massimiliano Ferretti.
Jesus Rollan |
Sugli
scudi i due estremi difensori che, non a caso, sono i migliori al mondo:
Francesco Attolico e Jesus Rollan (che il destino si porterà via a soli 37
anni).
Gli
arbitri, il cubano Martinez e l’olandese Van Dorp, sono piuttosto benevoli con
padroni di casa e più fiscali con gli avversari, come spesso accade in situazioni
simili.
Anche
il secondo tempo è teso, combattuto, gli spagnoli sembrano impacciati e i
ragazzi di Rudic ne approfittano per raddoppiare con Caldarella.
A
svegliare i padroni di casa ci pensa, ovviamente, Estiarte che sfrutta nel
migliore dei modi un periodo di superiorità numerica.
Ma
gli azzurri sono in palla, carichi come molle, ribattono colpo su colpo e
realizzano prima il 3-1 (con Sandro Campagna) e poi il 4-1, con una perla di
Ferretti che, spalle alla porta, aspetta l’uscita di Rollan e lo scavalca con
una deliziosa palombella.
Il
pubblico spinge le furie rosse che accorciano 4-2 con Gomez poco
prima dell’intervallo lungo.
Ricomincia
la battaglia in vasca e gli spagnoli accorciano con Pedro Garcia: 4-3.
Campagna
e soci sembrano in difficoltà, però hanno doti caratteriali fuori dal normale e
ricominciano a macinare gioco e gol: 5-3 proprio con un rigore di Campagna e
poi il 6-3 di Caldarella.
Sembra
fatta, il Settebello si rilassa e Garcia con una doppietta riporta sotto la
Spagna concludendo il terzo tempo sul 6-5 Italia.
Massimiliano Ferretti |
Il
pubblico ricomincia a “caricare” e la piscina è una bolgia che viene placata
dal solito Ferretti, che insacca sfruttando una superiorità numerica.
Avere
il giocatore più forte del Mondo è sempre un vantaggio ed Estiarte lo è,
sbaglia un penalty, ma, poco dopo, resuscita i suoi con un gran gol: 7-6.
I
quattordici in acqua non si risparmiano, stanno "girando" una stupenda pellicola di sport: capovolgimenti di fronte, parate, falli più o meno duri,
gesti tecnici, un’altalena continua di emozioni.
A
rendere straordinario questo incontro ci pensa Oca che realizza il 7-7 quando
manca poco al fischio finale, consegnando l’esito ai supplementari.
Il
regolamento recita che i supplementari sono composti da due tempi da tre minuti
ciascuno.
Il
pubblico è in visibilio, crede che i ragazzi azzurri abbiano subito un
contraccolpo psicologico dal gol beffa del 7-7, che invece sarà un propulsore
per i ragazzi di casa.
E
gli auspici sembrano avverarsi quando si verificano due episodi chiave:
l’ennesimo contatto maschio si conclude con l’espulsione di Fiorillo, reo di
aver colpito Estiarte (che rimane in vasca ferito a un sopracciglio) con una
gomitata, poi con il gol del 7-8 realizzato dallo stesso Estiarte su rigore a
32 secondi dal termine.
Qui,
forse, si verifica l’unico errore di Matutinovic, secondo la stampa iberica e
anche in base a quanto scrisse il capitano spagnolo nel già citato libro:
anziché marcare a uomo gli avversari più pericolosi, ordina un pressing totale, che Bovo riesce a eludere servendo un assist perfetto al bomber Ferretti che
beffa Rollan, sul primo palo a meno 20 secondi dalla fine del
1° tempo, del 1° supplementare: 8 pari!
Gelo
sulle tribune e tutto da rifare.
Il
secondo tempo del 1° supplementare e tutti sei minuti del 2° supplementare vedono sugli
scudi i due portieri e le difese che prevalgono sugli attaccanti avversari.
Francesco Attolico |
Si
rende necessario un terzo supplementare: altri due tempi di 3 minuti ciascuno.
Il
primo è una fotocopia degli ultimi 9 minuti di gara e termina con le due
squadre sull’8-8.
Manca
meno di un minuto al termine del secondo tempo, del 3° supplementare, quando
D’Altrui scappa sulla destra, serve il centro-boa Ferretti, che viene affossato
platealmente da un giocatore spagnolo, gli arbitri lasciano inspiegabilmente
correre, ma lo stesso Ferretti, mentre viene trascinato sotto l'acqua, scorge con la coda
dell’occhio Gandolfi, libero alla sua sinistra e lo serve a due metri dalla
porta, oltre il palo destro di Rollan.
Il
portierone esce alla disperata, solleva il suo corpo dall’acqua, alza le
braccia con un'apertura alare degna di un falco, cercando di coprire il più possibile lo specchio, ma l’azzurro
è freddo e lo beffa infilando il pallone sotto l’arto sinistro: 9-8!
Gandolfi
esulta mimando un cowboy, che rotea un lazzo in attesa di afferrare un capo di
bestiame.
Finita?
Ovviamente non ancora, manca il brivido finale, che si materializza a pochi
secondi dal termine: fallo sul solito Estiarte, che batte rapido e serve Oca
che scaglia la sfera verso la porta. Tutti trattengono il fiato e seguono con
gli occhi la traiettoria.
Questo
fermo immagine viene interrotto dal rumore sordo del pallone che sbatte sulla traversa
e rimbalza in acqua, lontano dalla porta, tra le mani di un difensore.
E’
finita, dopo QUARANTASEI MINUTI di spettacolo, di emozioni, di fatica fisica e
mentale il SETTEBELLO è MEDAGLIA D’ORO.
I
ragazzi di Rudic che si abbracciano da un lato, Estiarte, sfinito e stravolto
appoggiato ad una panchina, in lacrime, dall’altro.
Questo
è lo sport, quello vero, quello che tutti amano, a prescindere dall’esito
finale.
Grazie
ragazzi, tutti e ventisei, sono passati quasi diciotto anni e ricordo ancora
tutto nitidamente.
Panino
Settebello Dorato |
La traversa fortunata per noi di Oca mi ha fatto subito pensare alla traversa disastrosa di Sordo ad Amsterdam
RispondiEliminaBravo, anche a me.:)
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