martedì 9 giugno 2020


IL SETTEBELLO DORATO




Il 9 agosto 1992 è la giornata di chiusura dei XXV Giochi Olimpici, che si disputano nella città di Barcellona.

Si tratta sicuramente della migliore performance olimpica per gli atleti spagnoli, che hanno fatto incetta di medaglie.
Il calendario dà agli iberici la possibilità di mettere la ciliegina sulla splendida e ricca torta costruita in quei giorni: l’oro nella finale di pallanuoto maschile.

La nazionale di casa è cresciuta molto negli ultimi dieci anni ed è vice campione d’Europa e del Mondo (in entrambe le finali sconfitta dalla fortissima Jugoslavia); non bastasse, schiera, tra gli altri, uno dei migliori giocatori della storia della pallanuoto mondiale: Manel Estiarte, che in Italia abbiamo conosciuto con le calottine di Pescara e Savona.

Gli avversari sono gli Azzurri, forti e sempre difficili da affrontare.

Per rendere l’idea di cosa stiamo parlando, a questo incontro Manel Estiarte ha dedicato il primo capitolo del libro autobiografico “Todos hermanos”, definendola “la più emozionante finale di pallanuoto…”.

Vediamo, brevemente, il percorso che ha portato le squadre a disputare la finale.
Le dodici compagini qualificate vengono divise in due gironi da sei, Italia e Spagna sono nel Girone B, che concludono rispettivamente al secondo e al primo posto, divise da un solo punto: 9 quelli degli spagnoli, 8 quelli degli azzurri. Lo scontro diretto concluso con un pareggio per 9 a 9; numeri che testimoniano equilibrio.

Accedono alle semifinali, nelle quali l’Italia sconfigge 9 a 8 la Comunità degli Stati Indipendenti (in pratica la nazionale dell’Unione Sovietica), la Spagna, invece, prevale sugli Stati Uniti per 6 a 4.

Il teatro della sfida finale sono le Piscine Bernat Picornell, nel Parco Olimpico del Montjuic, che sono gremite al limite della capienza: 18.000 spettatori, tra questi il Re di Spagna Juan Carlos e il figlio, il Principe Felipe.

Gli Azzurri giocano fuori casa, non vi è dubbio, visto che il 90% dei tifosi sulle tribune sventolano la Rojigualda (come viene chiamata la bandiera spagnola).

Le squadre sono dirette da due allenatori di scuola balcanica, entrambi croati. Per l’Italia, Ratko Rudic, reduce da due ori olimpici consecutivi sulla panchina della Jugoslavia e per la Spagna Dragan Matutinovic.

Ratko Rudic
I due Commissari Tecnici sottoponevano i propri atleti ad allenamenti durissimi, con corse in montagna, molto lavoro con i pesi e, spesso, facendo indossare una maglietta durante gli allenamenti di nuoto. Entrambi avevano un carattere fumantino che spesso li portava a battibecchi con arbitri e avversari.
Matutinovic durante le competizioni più importanti, seguiva una dieta che lo portava a bere moltissima acqua e a mangiare pochissimo, oltre a dormire 2 o 3 ore a notte.

Manel Estiarte
Manel Estiarte, nel suo libro, scrive che, quando le due squadre si sono allineate per fare l’ingresso in piscina, alle 16.45, la tensione era tale che si sentiva solo il rumore delle ciabatte.
Una versione più pittoresca, afferma che, a un certo punto, quel rumore sia stato interrotto da un non ben identificato giocatore spagnolo, che ha urlato “Vamos a joder esto come pizzas!” che tradotto in italiano significa, più o meno “Andiamo a fottere questi pizzaioli”. Non voleva essere un’offesa ma un modo per caricare i compagni e cercare di allentare la tensione.

Le due compagini fanno il loro ingresso in vasca, Italia con la calottina azzurra (sorteggiata squadra in casa), e gli iberici con quella bianca.

La partita è subito maschia, con molti colpi proibiti, l’Italia sfrutta la tensione degli avversari per chiudere in vantaggio il primo tempo: 1-0 realizzato dal centro-boa e bomber Massimiliano Ferretti.

Jesus Rollan
Sugli scudi i due estremi difensori che, non a caso, sono i migliori al mondo: Francesco Attolico e Jesus Rollan (che il destino si porterà via a soli 37 anni).

Gli arbitri, il cubano Martinez e l’olandese Van Dorp, sono piuttosto benevoli con padroni di casa e più fiscali con gli avversari, come spesso accade in situazioni simili.

Anche il secondo tempo è teso, combattuto, gli spagnoli sembrano impacciati e i ragazzi di Rudic ne approfittano per raddoppiare con Caldarella.

A svegliare i padroni di casa ci pensa, ovviamente, Estiarte che sfrutta nel migliore dei modi un periodo di superiorità numerica.

Ma gli azzurri sono in palla, carichi come molle, ribattono colpo su colpo e realizzano prima il 3-1 (con Sandro Campagna) e poi il 4-1, con una perla di Ferretti che, spalle alla porta, aspetta l’uscita di Rollan e lo scavalca con una deliziosa palombella.

Il pubblico spinge le furie rosse che accorciano 4-2 con Gomez poco prima dell’intervallo lungo.

Ricomincia la battaglia in vasca e gli spagnoli accorciano con Pedro Garcia: 4-3.

Campagna e soci sembrano in difficoltà, però hanno doti caratteriali fuori dal normale e ricominciano a macinare gioco e gol: 5-3 proprio con un rigore di Campagna e poi il 6-3 di Caldarella.

Sembra fatta, il Settebello si rilassa e Garcia con una doppietta riporta sotto la Spagna concludendo il terzo tempo sul 6-5 Italia.

Massimiliano Ferretti
Il pubblico ricomincia a “caricare” e la piscina è una bolgia che viene placata dal solito Ferretti, che insacca sfruttando una superiorità numerica.
Avere il giocatore più forte del Mondo è sempre un vantaggio ed Estiarte lo è, sbaglia un penalty, ma, poco dopo, resuscita i suoi con un gran gol: 7-6.

I quattordici in acqua non si risparmiano, stanno "girando" una stupenda pellicola di sport: capovolgimenti di fronte, parate, falli più o meno duri, gesti tecnici, un’altalena continua di emozioni.

A rendere straordinario questo incontro ci pensa Oca che realizza il 7-7 quando manca poco al fischio finale, consegnando l’esito ai supplementari.
Il regolamento recita che i supplementari sono composti da due tempi da tre minuti ciascuno.

Il pubblico è in visibilio, crede che i ragazzi azzurri abbiano subito un contraccolpo psicologico dal gol beffa del 7-7, che invece sarà un propulsore per i ragazzi di casa.
E gli auspici sembrano avverarsi quando si verificano due episodi chiave: l’ennesimo contatto maschio si conclude con l’espulsione di Fiorillo, reo di aver colpito Estiarte (che rimane in vasca ferito a un sopracciglio) con una gomitata, poi con il gol del 7-8 realizzato dallo stesso Estiarte su rigore a 32 secondi dal termine.

Qui, forse, si verifica l’unico errore di Matutinovic, secondo la stampa iberica e anche in base a quanto scrisse il capitano spagnolo nel già citato libro: anziché marcare a uomo gli avversari più pericolosi, ordina un pressing totale, che Bovo riesce a eludere servendo un assist perfetto al bomber Ferretti che beffa Rollan, sul primo palo a meno 20 secondi dalla fine del 1° tempo, del 1° supplementare: 8 pari!

Gelo sulle tribune e tutto da rifare.

Il secondo tempo del 1° supplementare e tutti sei minuti del 2° supplementare vedono sugli scudi i due portieri e le difese che prevalgono sugli attaccanti avversari.

Francesco Attolico
Si rende necessario un terzo supplementare: altri due tempi di 3 minuti ciascuno.
Il primo è una fotocopia degli ultimi 9 minuti di gara e termina con le due squadre sull’8-8.

Manca meno di un minuto al termine del secondo tempo, del 3° supplementare, quando D’Altrui scappa sulla destra, serve il centro-boa Ferretti, che viene affossato platealmente da un giocatore spagnolo, gli arbitri lasciano inspiegabilmente correre, ma lo stesso Ferretti, mentre viene trascinato sotto l'acqua, scorge con la coda dell’occhio Gandolfi, libero alla sua sinistra e lo serve a due metri dalla porta, oltre il palo destro di Rollan.
Il portierone esce alla disperata, solleva il suo corpo dall’acqua, alza le braccia con un'apertura alare degna di un falco, cercando di coprire il più possibile lo specchio, ma l’azzurro è freddo e lo beffa infilando il pallone sotto l’arto sinistro: 9-8!

Gandolfi esulta mimando un cowboy, che rotea un lazzo in attesa di afferrare un capo di bestiame.

Finita? Ovviamente non ancora, manca il brivido finale, che si materializza a pochi secondi dal termine: fallo sul solito Estiarte, che batte rapido e serve Oca che scaglia la sfera verso la porta. Tutti trattengono il fiato e seguono con gli occhi la traiettoria.
Questo fermo immagine viene interrotto dal rumore sordo del pallone che sbatte sulla traversa e rimbalza in acqua, lontano dalla porta, tra le mani di un difensore.


E’ finita, dopo QUARANTASEI MINUTI di spettacolo, di emozioni, di fatica fisica e mentale il SETTEBELLO è MEDAGLIA D’ORO.
I ragazzi di Rudic che si abbracciano da un lato, Estiarte, sfinito e stravolto appoggiato ad una panchina, in lacrime, dall’altro.


Questo è lo sport, quello vero, quello che tutti amano, a prescindere dall’esito finale.
Grazie ragazzi, tutti e ventisei, sono passati quasi diciotto anni e ricordo ancora tutto nitidamente.

Panino

Settebello Dorato





2 commenti:

  1. La traversa fortunata per noi di Oca mi ha fatto subito pensare alla traversa disastrosa di Sordo ad Amsterdam

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